martedì 15 settembre 2009

Noi e le lamentele

Noi, anzi, io e le lamentele...ho uno strano rapporto con le lamentele, di amore e di odio.

E' da mesi ormai che sono circondata da innumerevoli persone che non fanno altro che lamentarsi, è curioso, io decido di non farlo più perchè la famosa storia del bicchiere mezzo pieno è più rassicurante, ma ahimè le lamentele continuano a perseguitarmi.

Tant'è che sto elaborando una mia, personalissima, teoria sugli esseri umani e le lagnanze.
Credo, a questo punto, che sia catartico lamentarsi di ognichè ( neologismo, creato per l'occorrenza ), è sempre più curioso, dev'essere una reminescenza d'infanzia, dev'essere, non so, un qualche tipo di percorso strano che fa una parte del nostro cervello, sepolta nell'inconscio, che neppure ci fa rendere conto di quanto possiamo divenire sgradevoli a furia di dire "...questo non va,...quell'altro ora chissà come andrà,...e chissà che ne sarà di me,...e cosa porterà questa o quell'altra cosa..."
...e anche basta, basta lamentele, non ne posso più di sentire granellini piccini che divengono sassi enormi, non ne posso più di sentire lamentele!!!

Che poi alcune sono subdole, perchè dette in sordina, poco dirette, che non hanno la forza dirompente, distruttiva, che riesco a fargli avere io quando mi ci metto d'impegno, quelle sono le peggiori, perchè le assorbi lentamente, sotto pelle, ma un giorno ti svegli e realizzi cosa erano in realtà quele parole dette col sorriso, senza gli occhi inniettati di sague ( questa sono io...di solito non ho mezze misure ), ma con uno sguardo languido da cerbiatto abbandonato.

Quindi stamane alle 7:30 ho realizzato che basta, le mie orecchie non saranno ancora indulgenti con coloro che si lamenteranno di niente, perchè dal mio acido, lo so in questo momento sono estremamente acida, punto di vista c'è ben poco di cui lamentarsi, anche perchè siamo che scegliamo la vita che vogliamo, non è il contrario!!!

"...Oggi ti dirò una cosa, una cosa che so da tempo, e anche tu la sai, ma forse non tela sei mai detta.Ti dirò quel che so di te e di me e della nostra sorte. Tu Harry, sei stato un artista, un pensatore, un uomo pieno di gioia e di fede, sempre in traccia delle cose grandi ed eterne, mai contento di quelle piccole e graziose. Ma quanto più la vita ti ha svegliato e portato verso te stesso, tanto maggiore si è fatta la tua miseria, tanto più sei affondato nel dolore, nell'angoscia, nella disperazione, fino al collo, e tutto ciò che c'è di bello e di sacro avevi conosciuto e amato e venerato un giorno, tutta la tua natica fede negli uomini e nel nostro alto destino non ti è servita a nulla, ha perso ogni valure ed è andata in frantumi. La tua fede non trovò più aria da respirare. E morire di asfissia è una brutta morte. Dico bene Harry? E' questa la tua sorte?" Io seguitavo ad accennare di sì, di sì.
"Tu avevi incuore una visione della vita, una fede, un postulato, eri pronto ad agire, a soffrire, a sacrificarti...e poi ti accorgesti e poco a poco che il mondo non chiedeva affatto gesta e sacrifici e cose simili, che la vita non è un poema sublime con personaggi eroici, bensì una buona stanza borghese dove ci si accontenta di mangiare e bere, di prendere il caffè e di far la calza, di giocare a tarocchi e di ascoltare la radio.
E chi pretende quelle altre cose, le cose belle ed eroiche, il rispetto dei grandi poeti o la venerazione dei santi è un uomo sciocco, un Don Chisciotte. Bene: a me è capitato lo stesso, caro amico. Ero una ragazza di belle doti, destinata a vivere secondo un modello elevato, a pretendere molto da me e ad adempiere degnamente i miei compiti. Potevo assumere una parte importante, essere la moglie di un re, l'amante di un rivoluzionario, la sorella di un genio, la madre di un martire.La vita invece mi ha concesso soltanto di diventare una cortigiana di discreto buon gusto...e anche questo non mi è stato facile! Così è capitata a me. Per un pò rimasi sconsolata e a lungo cercai la colpa in me stessa. Infine, pensavo, la vita ha pur sempre ragione, e quando la vita derideva i miei bei sogni, pensavo che i sogni erano stati sciocchi e avevano torto. Ma era inutile. E siccome avevo gli occhi acuti e le orecchie buone ed ero anche un pò curiosa, osservai attentamente la vita, i vicini, i conoscenti, una cinquantina e più di destini umani, e vidi Harry, che i miei sogni avevano avuto ragione, mille volte ragione come i tuoi. La vita invece, la realtà aveva torto. Che una donna come me non avesse altra scelta che quella d'invecchiare poveramente e stupidamente davanti a una macchina per scrivere, al servizio di uno che faceva quattrini, o di sposare un tale quattrinaio per amor del suo denaro, o di diventare invece una specie di squaldrina, non era certo giusto: tanto poco giusto quanto che un uomo come te, solitario, pavido e disperato, dovesse ricorrere al rasoio. Per me la miseria era forse più materiale e morale, per te piuttosto spirituale...ma la vita era la stessa. Credi che non capisca il tuo timore del foxtrott, la tua antipatia per i bar e le sale da ballo, la tua opposizione al jazz e a tutta questa roba? Capisco fin troppo, e così pure il tuo orrrore della politica, la tua tristezza per le ciarle e i maneggi dei partiti senza responsabilità, della stampa, la tua disperazione per la guerra, quella passata e quelle che verranno, per il modo che si ha oggi di pensare, di leggere, di costruire, di far della musica, di organizzare feste, di diffondere la cultura! Hai ragione tu, lupo della steppa; mille volte ragione, eppure devi perire.
Per questo mondo odierno, semplice, comodo, di facile contentatura, tu hai troppe pretese, troppa fame, ed esso ti rigetta perchè hai una dimensione in più. Chi vuol vivere oggi e godere la vita non deve essere come te o come me. Chi pretende musica invece di miagolio, gioia invece di divertimento, anima invece di denaro, lavoro invece di attivit, passione invece di trastullo, per lui questo bel mondo non è una patria..."

Da: Il lupo della steppa, Hermann Hesse...un libro del 1927..lo so è un pò lunga come citazione, ma non potevo tagliare nulla...ecco quello che siamo noi esseri umani...lo eravamo e continuiamo ad esserlo...ecco forse il perchè della mia riflessione...lo ammetto un pò acida, ma pur sempre una riflessione!!!

Ora vado a preparare una crostata di albicocche e arancie...chissà che torni un pò di docezza...:)

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